Instagram: marina_arteraku
Mail: marina16.2.80@gmail.com
Mob: +39 339 48 89 310
Marina Gatta è diplomata al liceo artistico “Maffeo Olivieri” di Sarezzo (BS). Nel 2000 si iscrive alla Mini laurea In Scienze dei Beni Culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Dal 2000 fino al 2010 lavora presso un artigiano/artista bresciano come laccatrice di mobili e doratrice in foglia. Nel 2021 frequenta un corso sulla ceramica Raku presso la scultrice Geronazzo, cominciando con lo studio delle tazze per la cerimonia del te, per poi sbizzarrirsi nelle forme, da oggetti di design a maschere. Il suo lavoro è istintivo, ma completato da creatività e passione. Le opere sono ispirate da particolari circostanze e prevalentemente sono legate alla sua anima, avendo ognuna un nome e una storia.
“Quando lavoro la creta sento una profonda connessione con la terra e mi radico profondamente soprattutto quando la mente prende il sopravvento, la creta mi aiuta a ritornare centrata. Non è da molto tempo che io e il Raku ci conosciamo, ma sento di essere in profonda connessione con lui. Nel Raku gli elementi si fondono con la materia dando vita ad un’alchimia irripetibile, le aspettative si annullano e aiuta a vivere nel presente con armonia, gioia e meraviglia.”
L’artista ha partecipato a vari eventi espositivi tra cui:
- 2022 Dentro Casa Expo a Brescia;
- 2023 Mostra-Mercato a Bienno (BS);
- 2023 Opere che lasciano il segno, Palazzo Re Meris a Ranzanico (BG);
- 2023 Terza dimensione a palazzo Palazzo Re Meris a Ranzanico (BG);
- 2024 Storie di Donne Museo Anima a Rovato (BS);
- 2024 Artexpo Pier 36 NYC, 299 South St, New York, NY 10002;
- 2024 Mostra Collettiva Casa delle Arti Hotel Mirador Pisogne (BS);
- 2024 Experience Galleria d’arte via delle Croci 16 Palermo;
- 2024 Mostra Collettiva “Primavera in villa, la bellezza imperfetta” Villa Carcina (BS);
- 2024 3ª Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea Museo Diocesano Francesco Gonzaga Mantova;
- 2024 Mostra Mercato Bienno (BS);
- 2024 2ª Biennale della creatività “Fiera di Ferrara” stand 3-4.
La tecnica della ceramica raku affonda le sue origini nel Giappone del 1500. A differenza della tecnica ceramica classica, in cui l’oggetto attende il raffreddamento lento e delicato all’interno del forno, nella tecnica Raku, alla fine della seconda cottura, l’oggetto viene estratto dal forno incandescente (1000°) e portato repentinamente a temperatura ambiente. Lo sbalzo termico crepa lo smalto, dando vita ad una rete di cavilli trasparenti che diventeranno poi neri nello step successivo. A questo punto si inserisce l’oggetto, ancora incandescente, in un contenitore colmo di segatura, la quale prende immediatamente fuoco. Il fumo che ne deriva è ricco di carbonio e viene sfruttato x dipingere la ceramica. Il fumo penetra poi nei pori dell’argilla aperti per l’alta temperatura, e colora i cavilli di nero, dando vita ai famosi craquelè tipici della tecnica raku. Le fiamme hanno invece funzione di bruciare l’ossigeno a contatto col pezzo per creare un’atmosfera di assenza di ossigeno che viene sfruttata per portare in riduzione gli ossidi di metallo contenuti negli smalti. Gli ossidi sono i responsabili della colorazione dello smalto. La colorazione dipende dalle reazioni chimiche in cui va incontro l’ossido di metallo una volta estratto dal forno. Se inserisco l’oggetto direttamente nel contenitore con la segatura che prenderà subito fuoco, l’ossido di metallo in quest’atmosfera di assenza di ossigeno si ridurrà completamente. Ad esempio l’ossido di rame offrirà una colorazione metallica ramata. Per questo motivo, il contenitore con materiale combustibile prenderà il nome di Camera di riduzione. Se al contrario si fa trascorrere qualche secondo tra l’estrazione del forno e l’inserimento nella camera di riduzione, gli ossidi di metallo a contatto con l’ossigeno nell’aria vanno incontro ad un processo di ossidazione. Nell’esempio di prima, l’ossido di rame prenderà una colorazione turchese o verde.